I GIOVANI DEL CSA ARCADIA DI SCHIO ACCUSANO IL COMUNE DI VOLER CHIUDERE LO SPAZIO

La comunicazione, diligentemente inviata giusto un anno prima, ci avvisa che l'intenzione è quella di trasformare uno spazio di socialità e cultura in un magazzino.
Questa amministrazione vorrebbe liquidare, tramite una semplice comunicazione telematica, una realtà che da più di un decennio è un punto di riferimento per i giovani dell'Alto Vicentino nell'organizzazione di eventi socio-culturali, che da sempre è in prima fila nei percorsi di solidarietà attiva ed è diventata un fondamentale laboratorio di idee e di aggregazione nel deserto della provincia veneta.
Un'esperienza in cui, negli anni, centinaia di giovani e meno giovani si sono messi in gioco, combattendo gli egoismi che pervadono questa società per costruire una "Comunità Altra", in maniera libera, indipendente, volontaria e senza ricevere aiuti economici di nessun tipo (anzi versando l'affitto nelle casse comunali); una realtà che in questo particolare periodo come in altri, con umiltà e responsabilità, si è messa a disposizione durante le emergenze sempre a fianco di chi è in difficoltà.
Consapevoli che questo momento di emergenza sanitaria richieda la massima attenzione, preferiamo investire le nostre forze nei percorsi di solidarietà attiva che abbiamo cercato fin dall'inizio di promuovere, mettendo i nostri corpi a disposizione della comunità e del territorio.
Cara amministrazione comunale, non abbiamo proprio tempo ora per commentare ulteriormente l'arroganza e la miopia sociale che la vostra lettera porta fra le righe: chi sa leggere le ripercussioni che questa crisi avrà nei territori è ben consapevole che nel post-pandemia gli spazi di solidarietà, socialità e mutualismo, come il Centro Sociale Arcadia, saranno ancor più indispensabili.
Avremo modo nel prossimo futuro di esprimere tutta la nostra giusta rabbia e determinazione nel mantenere aperto a Schio un luogo di cultura libera e indipendente.
Non vediamo l'ora, ai nostri posti ci troverete.
Questa amministrazione vorrebbe liquidare, tramite una semplice comunicazione telematica, una realtà che da più di un decennio è un punto di riferimento per i giovani dell'Alto Vicentino nell'organizzazione di eventi socio-culturali, che da sempre è in prima fila nei percorsi di solidarietà attiva ed è diventata un fondamentale laboratorio di idee e di aggregazione nel deserto della provincia veneta.
Un'esperienza in cui, negli anni, centinaia di giovani e meno giovani si sono messi in gioco, combattendo gli egoismi che pervadono questa società per costruire una "Comunità Altra", in maniera libera, indipendente, volontaria e senza ricevere aiuti economici di nessun tipo (anzi versando l'affitto nelle casse comunali); una realtà che in questo particolare periodo come in altri, con umiltà e responsabilità, si è messa a disposizione durante le emergenze sempre a fianco di chi è in difficoltà.
Consapevoli che questo momento di emergenza sanitaria richieda la massima attenzione, preferiamo investire le nostre forze nei percorsi di solidarietà attiva che abbiamo cercato fin dall'inizio di promuovere, mettendo i nostri corpi a disposizione della comunità e del territorio.
Cara amministrazione comunale, non abbiamo proprio tempo ora per commentare ulteriormente l'arroganza e la miopia sociale che la vostra lettera porta fra le righe: chi sa leggere le ripercussioni che questa crisi avrà nei territori è ben consapevole che nel post-pandemia gli spazi di solidarietà, socialità e mutualismo, come il Centro Sociale Arcadia, saranno ancor più indispensabili.
Avremo modo nel prossimo futuro di esprimere tutta la nostra giusta rabbia e determinazione nel mantenere aperto a Schio un luogo di cultura libera e indipendente.
Non vediamo l'ora, ai nostri posti ci troverete.
Csa Arcadia
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